Perché è meglio non consumare i pasti durante i voli aerei?

Le compagnie aeree di tutto il mondo sono sempre più impegnate nell’affrontare l’annoso tema degli sprechi di cibo durante i propri voli. Secondo un recente report della Iata, per esempio, i passeggeri delle compagnie aeree producono circa 1,43 kg di rifiuti per volo, il 20% dei quali è costituito da cibo e bevande non consumati. […]

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Le compagnie aeree di tutto il mondo sono sempre più impegnate nell’affrontare l’annoso tema degli sprechi di cibo durante i propri voli. Secondo un recente report della Iata, per esempio, i passeggeri delle compagnie aeree producono circa 1,43 kg di rifiuti per volo, il 20% dei quali è costituito da cibo e bevande non consumati. Dunque, che fare?

Il problema è ben difficile da affrontare.

Per esempio, per quanto riguarda il riciclo o il riutilizzo dei rifiuti della cabina, le compagnie aeree devono affrontare normative complesse, soprattutto sulle rotte internazionali. I rifiuti del catering sono infatti soggetti a requisiti speciali di gestione e smaltimento, tra cui l'incenerimento e la sterilizzazione, che rendono sostanzialmente difficile reintrodurre nel ciclo economico tali scarti.

Tuttavia, molte compagnie aeree stanno escogitando modi sempre più innovativi per gestire il problema.

Un esempio ci è dato dalla Etihad Airways di Abu Dhabi, che ha usato l'intelligenza artificiale per monitorare i rifiuti alimentari. Ha dunque collaborato con Lumitics per tenere traccia dei pasti in classe economica non consumati: i dati raccolti sono stati utilizzati per evidenziare i modelli di consumo e spreco di cibo in tutta la rete.

Singapore Airlines ha fatto più o meno lo stesso creando un prodotto chiamato Insight, un bidone intelligente che misura, traccia e identifica i rifiuti alimentari gettati al suo interno.

Non mangiare i pasti in aereo, l’offerta delle compagnie

Tanto possono poi farlo gli stessi viaggiatori. Tant’è che un altro modo in cui le compagnie aeree stanno affrontando il problema è invitare i passeggeri a rinunciare a ricevere un pasto prima dell'imbarco.

A farlo per prima, nel 2020, è stata la Japan Airlines, con un’opzione che è stata accolta positivamente, soprattutto nei voli notturni, quando alcuni viaggiatori preferiscono in realtà dormire. Per ogni pasto cancellato, la compagnia aerea ha donato fondi all'organizzazione no-profit Table for Two, che si occupa di affrontare il problema della fame nel mondo.

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